Archive for dicembre 2005

A'uguri...

28.12.05 § 1

Causa festività Pellicola Scaduta non viene aggiornato dal 18.12.
Per il prossimo anno ci sarà una minima evoluzione ed un allargamento dei contenuti. Stay Tuned.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri, contraccambio ed auguro un incredibile 2006. Il numero (2006) è di per sè molto cool, spero che anche le soddisfazioni che porterà lo siano.
Cheers.

Alopecia Androgenetica

18.12.05 § 6



Capita molto spesso a chi cerca di fare del Cinema la propria vita, di trovarsi di fronte a situazioni e persone che cercano di fargli cambiare idea, di farlo desistere dall'inseguimento del proprio sogno. Non necessariamente c'è una volontà decisa che muove queste persone, che determina queste situazioni. Le cose accadono, le parole vengono pronunciate, noi le interpretiamo e le rielaboriamo soggettivamente, traendo significati e conseguenze "personali".
Questo processo si verifica anche con i film, non sono certo il primo a scoprirlo. Un film può piacerti, disgustarti, cambiare il tuo modo di agire o modificare la tua visione del mondo. Può anche non dirti nulla, lasciarti completamente impassibile.
La mia personale ricerca nel cinema dei Coen ( tralasciamo Lady Killers e Intolerable Cruelty) si conclude con la visione di "L'uomo che non c'era", anno 2001.
Le opere precedenti mi avevano di certo colpito e avevano incontrato un certo gradimento. Si era parlato di un' estetica, di un gusto particolare nella scelta delle inquadrature e di una voluta pulizia, quasi "perfezione", tecnica.
Con l' Uomo che non c'era si raggiunge l'apice di questo canone. Il bianco e nero su tutto, ma anche le altre scelte tecniche di regia e fotografia si sposano ancora una volta ai magnifici personaggi e alla loro mimica. Il plauso va a Billy Bob Thornton, espressivissimo e convincente protagonista.
Il film mi ha colpito molto, lo ammetto. Forse per quel bianco e nero "tattico" che annulla ogni distrazione e permette di concentrarsi meglio sui personaggi. Forse per la bellezza della storia. O forse perchè, come l'avvocato Riedenschneider voleva far credere a tutti, anche io non sono stato in grado di vedere un assassino in quel semplice barbiere.

Il boscaiolo gigante..

17.12.05 § 0



Dopo aver visto Miller's Crossing, la curiosità e la voglia di conoscere meglio il cinema dei fratelli Coen mi ha portato a vedere Fargo, opera uscita nel 1996.
Lo stile non differisce molto da quello di Crocevia della Morte. Pulito ed elegante, Fargo tradisce un efficace accademicismo nella scelta delle inquadrature e nei tagli senza mai sfociare però in un eccessivo e conseguente autocompiacimento.
Ispirato a fatti realmente accaduti il plot di Fargo è avvincente, seppur semplice, grazie anche alla presenza di attori particolarmente ispirati come il mitico Steve Buscemi e William H. Macy.
La colonna sonora "sviolinante" incornicia i freddi paesaggi, teatro delle vicende. C'è molta malinconia ma anche molta provincia americana. Tanto sangue sulla neve candida di un luogo dimenticato e sperduto, abituato alla normalità non agli omicidi.
Il mio tentativo di comprendere il cinema dei Coen deve ancora passare da un punto fondamentale. L'uomo che non c'era, a detta di molti la loro migliore opera, nel prossimo post.
L' impressione dopo questi due film (tre contando Il grande Lebowsky) è quella di un cinema attento alle esigenze estetiche in cui i personaggi dominano la scena, scrivendo loro stessi i propri copioni.

CoLDiretti

8.12.05 § 4



Dopo aver visto "The Snatch" qualche tempo fa, sono andato a recuperare l'esordio di Mr. Madonna, alias Guy Ritchie. "Lock & Stock and 2 smoking barrels" è davvero spassoso, marchiato a fuoco dal proprio creatore il cui stile, bisogna ammetterlo, è piuttosto singolare ed apprezzabile.
4, forse 5, storie che si incrociano con inghippi vari, tradimenti, furti, rapine, vendette. Il tutto in una Londra vista dai bassifondi del mondo pseudo-criminale.
Personaggi azzeccati, un sottile umorismo che pervade anche le parti più seriose ed un finale a sorpresa rendono Lock & Stock godibilissimo. Certo è che confrontandolo con The Snatch si ha quasi l'impressione di vedere due film identici. Ma poco importa. Voto 10 a Vinnie Jones (soprattutto al suo personaggio) e allo spacciatore di colore. Lo scherzetto al Samoa Pub è da leggenda.

Controlliamo la misteriosa pelle Napoleonica!

6.12.05 § 4


Il titolo è davvero folle, ok...ma in questo post devo farci entrare tutte le ultime visioni.
Partiamo da Kontroll, un film davvero particolare ambientato nella sua totalità nella rete metropolitana di Budapest.- Il più breve riassunto possibile è questo: Il protagonista è un tipo strano ma alla fine trova un nemico ed una ragazza più strani di lui.
Non male davvero l'opera prima di questo Nimròd Antal anche se Kontroll non è certo il film che vi cambierà la vita.

Molto disturbante, forse troppo, il discusso e osannato Mysterious Skin di Gregg Araki. Personalmente alcune scene mi hanno messo a disagio. Chi scrive è un vero integralista-conservatore quando si parla di temi scottanti come la pedofilia (...altro che castrazione chimica...) ma la provocazione era sicuramente nelle intenzioni di Araki e quindi accettiamo di buon grado questa sceneggiatura estrema.
Mi astengo da un giudizio secco per evitare una scontata parzialità, ma il film va sicuramente giudicato di persona.

Infine, Napolen Dynamite. Le peripezie di questo moderno anti-eroe, un personaggio che fa ridere per 5 minuti e basta. Salviamo soltanto il mitico Pedro e i titoli di testa, davvero originali. Per il resto...un'autentica stronzata.

Cappelli svolazzanti.

3.12.05 § 3


Il periodo del proibizionismo, dei gangster, dei mitragliatori Thompson e delle grandi famiglie mafiose ha ispirato, e continua a farlo, un sacco di produzioni.
Ma non è questo il luogo per un' analisi del fenomeno (che magari potrà essere oggetto di un futuro approfondimento), piuttosto oggi voglio rispolverare quel piccolo gioiellino che è "Miller's Crossing - Crocevia della morte".
Una storia ispirata alla grande tradizione di cui si parlava sopra, permette di muoversi con maestria ad un cameo di attori pazzeschi. Gabriel Byrne su tutti, ma anche John Turturro, Marcia Gay Harden e Jon Polito sfoderano una recitazione eccezionale. La direzione è di Joel Coen, il fratellino Ethan è alla produzione.
Una sorta di cupa ironia si mescola a vicende di sangue e pistole ancora calde, senza mai scadere però in umorismo dozzinale ed è' probabilmente questo equilibrio a rendere "Miller's crossing"così godibile. La sceneggiatura dei Coen mette in evidenza il lato grottesco e più debole dei personaggi che nonostante esternino grande forza e grande sicurezza, sono in realtà fragili ed insicuri. Ed in questa generale insicurezza Tom Reagan, il protagonista, si muove alla perfezione e risulta l'unico vincitore. Ma rimane quel cappello che vola via e l'impotenza di fronte a qualcuno o qualche cosa sicuramente più forte. Anche di lui.

Alla faccia del drago.

1.12.05 § 5



Quando vidi per la prima volta al cinema "Harry Potter e la pietra filosofale", rimasi davvero spiazzato. Mi attendevo una reazione di disillusione totale di fronte a quel mondo così fiabesco.
Me ne innamorai invece, nonostante avessi già diciassette anni e fossi lievemente fuori target ideale.
Ad oggi, dopo aver visto il quarto episodio, il mio gradimento resta invariato. Nessuno può negare che le storie della Rowling comincino a mostrare qualche ruga, ma bisogna darle merito per avere creato questa saga davvero affascinante.
"Il calice di fuoco" parte maluccio, si riprende, cala ancora di intensità, raggiunge l'apogeo della tensione fino ad un finale conciliante bruttino. Nel complesso però Mike Newell ha saputo reggere gli equilibri e non sfigurare innanzi ai predecessori.
Harry, Ron e soprattutto Hermione cominciano ad avere i primi risvegli ormonali e le prime cotte ma il povero Potter è condannato a confrontarsi con il suo grande destino. Stupisce un pò la meraviglia che colpisce Hogwarts quando il maghetto occhialuto viene tirato in ballo per il torneo. Dopo tutto quello che è già successo ci vogliono ancora dare a bere questa "anormale normalità" di Harry. E dai...
Il film è spettacolare, tecnicamente eccelso ( a parte le sequenze di volo che lasciano trasparire un pò troppa finzione...) divertente ed anche esilarante in certi punti ma c'è troppa carne al fuoco, troppi aspetti differenti mescolati insieme. A questo punto, meglio approfondire pochi temi che abbozzarne troppi.
Ora però si apre il problema del pubblico. "Il calice di fuoco" ha degli spunti forti e dark, ovviamente se rapportato al target ideale (dai 7 ai 14 anni). Paradossalmente è più adatto ad un teenager cresciuto che non ad un bambino. Ok..dai...perdonatemi...
Vista la spazzatura che bambini e ragazzi subiscono ogni giorno, un paio d'ore in compagnia di Harry Potter non possono che fare un gran bene al di là di spettri e cimiteri.

p.s. Tutti mi consigliano di leggere i libri. Provvederò.
p.p.s Ralph Fiennes appare davvero per poco. Peccato perchè in quei pochi minuti da sfoggio di un interpretazione mostruosa. Grande!