Cane A.

19.3.07 § 1


-No davvero, Nick…stai scherzando?
-Ma no ragazzi, la sceneggiatura è forte, poi ci schiaffiamo dentro un paio di nomi..
-Tipo?
-Ma non so..Kim Basinger..no forse meglio Sharon Stone..e poi ci vorrebbe Leonardo di Caprio..
-Non accetterà mai..
-Già…idea! Mettiamoci quel biondino che canta!
-Chi?
-Dai..Justin Timberstate…
- (risatina generale, si alza una donna)..intendi Justin Timberlake?
-Lui..chiamatelo!
-Ma..per Leonardo di Caprio?
-Lasciate stare, costa troppo..trovate uno che gli somiglia!

Il sottotitolo perfetto per Alpha Dog potrebbe essere “Corso accelerato di slang gangsta-giovanile”. Di conseguenza il dvd potrebbe essere venduto insieme ad un qualche corso di lingua americana, in edicola, a non più di 7,90 euro.
Il trailer passato in tv presentava Alpha Dog come un’enigma, un mistero. Addirittura, se non ricordo male, c’era un numero da chiamare per avere indizi, quasi a voler evocare una sorta di caccia al tesoro mediatica. La curiosità a quel punto è cresciuta ed il sottoscritto ha acchiappato al volo la possibilità di svelare il mistero.
Chi scrive ha visionato il film in lingua originale ma non penso che con il doppiaggio italico il giudizio possa cambiare radicalmente. Il problema principale non è di certo la lingua, bensì tutto il resto. La storyline è di una banalità sconcertante, la recitazione ha delle punte di sufficienza ma scade banalmente in diversi scene ed i dialoghi “molto giovani, molto “motherfucker”” fanno talvolta sorridere per l’insistita volgarità dei personaggi.
Si salvano le varie “bitches” che appaiono in scena e Ben Foster nella parte di Mazursky, più che altro per come diventa rosso quando si arrabbia alla grande. Da buttare tutto il resto, senza possibilità d’appello. Sharon Stone fa un cameo imbarazzante, Bruce Willis è in scena 4 minuti.
Alpha Dog è un film brutto, inconcludente e scontato. Non riescono a salvarlo né il sosia di Leo di Caprio (tale Emile Hirsch, protagonista de “La ragazza della porta accanto” e “Imaginary Heroes”), né il fighetto Justin Timberlake che ha il talento recitativo di una teiera di porcellana.

Babele..

§ 1


Inarritu porta a conclusione la sua trilogia e chiude il cerchio in quello che è sicuramente il suo film più “universale”. Amores Perros, girato in terra natìa lo ha lanciato, 21 grammi gli ha fatto conquistare gli states e quest’ultimo tassello che già dal titolo rivendica una certa universalità di forma e contenuti, lo consacra definitivamente.
La formula è sempre la stessa, storie e personaggi e destini che si incrociano anche se in Babèl ognuna delle tre unità vive separata (anche a causa della distanza fisica dei luoghi) e si intreccia con le altre solo marginalmente. Ma non è lo spazio il perno fondamentale del film piuttosto, e non poteva essere altrimenti, le difficoltà comunicative, le incomprensioni. Così come nell’episodio biblico della torre di Babele, dove Dio punisce gli uomini che volevano raggiungerlo confondendo le lingue e rendendo impossibile la comunicazione tra loro, i protagonisti di Babel si scontrano con un mondo dove le certezze possono sparire da un momento all’altro, un mondo talvolta troppo duro per essere capito, un mondo talvolta troppo ingiusto. Ma una soluzione c’è e come spesso accade sono le situazioni estreme a ricordarcelo. Solo davanti alla concreta possibilità di perdere quanto di veramente importante possediamo ci accorgiamo della nostra stupidità, dell’egoismo che ci guida quotidianamente. Il lieto fine c’è ma, come d’obbligo per un film dell’accoppiata Arriaga-Inarritu, sono necessari dei sacrifici e non tutti i personaggi escono vincitori.

Babel è bellissimo, poetico, affascinante. Lungo, certo, ma accattivante per tutta la sua durata. Inarritu conferma lo stile che lo ha reso uno dei registi più interessanti sulla piazza, abbandona Sean Penn e Naomi Watts e recluta Brad Pitt (da pelle d’oca la telefonata al figlioletto) e Cate Blanchett (utilizzata un po’ pochino ma sempre eterea), recuperando anche il pupillo Gael Garcia (indubbiamente lanciato da Inarritu stesso).

Non c’è molto da dire o da spiegare riguardo a Babèl. Come nelle altre opere, Inarritu punta direttamente al cuore e al cervello e ogni spettatore può interpretare a suo modo quanto proposto dal regista. Da vedere assolutamente, senza troppi giri di parole. Certo, prima o poi Inarritu dovrà cambiare forma e lì ci sarà la vera prova del nove. Ma con questo stile alla “America Oggi” si è ancora una volta dimostrato in grado di confezionare un prodotto valido ed emozionante.

Forbici in mano...

§ 0


Ryan Murphy ad un fan di Nip/Tuck come il sottoscritto dice tutto. A te, lettore sventurato frequentatore di sale buie ma nemico acerrimo del tubo catodico, è probabile che dica poco o nulla. Come sono solito fare per gli acquisti a scatola chiusa non mi sono lasciato sfuggire l’opportunità di vedere “Correndo con le forbici in mano”, opera prima del sopraccitato creatore di una delle serie televisive più estreme ed affascinanti mai viste, nonostante critiche negative intraviste qua e là nel web.
Il film si ispira all’omonimo romanzo autobiografico di Augusten Burroughs ma non ho la minima intenzione di riassumervi tutto il plot. Anzi si. Un ragazzino fortemente attaccato alla madre viene abbandonato prima dal padre, poi dalla madre stessa che lo affida alle cure della famiglia dello psichiatra che la ha in cura. Lei da fuori di matto, lui si trova un fidanzatino e il finale…
Correndo con le forbici in mano è fondamentalmente troppo lungo. Non è girato affatto male, i personaggi sono credibili, autentici e divertenti nelle loro tristi vicende ma c’è forse troppa confusione e lo spettatore potrebbe avere dei cali di attenzione nella visione. Alcuni passaggi godibilissimi vengono penalizzati da altri dialoghi poco genuini che tendono ad evidenziare sfaccettature dei personaggi non necessarie ai fini della storia.
Nonostante la scena sia spesso contesa tra il dr. Finch, la madre di Augusten, e Augusten stesso, il vero protagonista è quest’ultimo, un personaggio estremamente fragile che si trova sballottato in un’esistenza a dir poco grottesca immerso nella totale confusione che caratterizza molti adolescenti.
E’ quindi l’adolescenza il tema fondamentale di Correndo con le forbici in mano?
Si potrebbe tranquillamente affermare “Si!”, perchè tolta la pazzia della madre e le stranezze di casa Finch (non posso non citare le due sorelline Paltrow e Wood) rimane un adolescente che ancora una volta si mette in spalla uno zaino e va a combattere la più dura delle battaglie.
Tuttavia chi scrive non si sente di consigliar la visione di “Correndo con le forbici in mano” e, credetemi, questa bocciatura mi pesa parecchio vista la stima nei confronti del signor Murphy. Ma la redazione di Pellicola Scaduta non si lascia coinvolgere dai sentimentalismi (vero?).

l'angolo musicale di pellicola..

15.12.06 § 1

Fortissimo questo tipo..ho due album suoi in giro e negli States dovrebbe essere famoso come la Pausini da noi...

http://youtube.com/watch?v=bSkxp9SDYX8

Incredibile canzone...

http://youtube.com/watch?v=rLV1YaTKwCs

...a breve altre "stuff" musicali...

Il labirinto del fauno.

14.12.06 § 0

Odio i film che finiscono con la morte di qualcuno. Non è vero. Mi piacciono i film con un finale positivo. Non sempre. I cattivi sono più antipatici dei buoni. E’ tutto da dimostrare.

Inutile aggiungere alle recensioni di Mau e Antonio, il sottoscritto non può far altro che riportare il suo gradimento per il suddetto film, anche se (sempre il suddetto, non il sottoscritto) va collocato (almeno per quanto mi riguarda) nell’armadietto dei film di immediato gradimento, ma che non ti lasciano molto. Una bella favola, ben diretta e godibile, ma nessuno sconvolgimento nello stomaco! Leggendo un po’ i blog che sono solito frequentare ho trovato molti riferimenti ad una sorta di morale (l’avvento di un regno nuovo, la fine del “fascismo” del capitano, il bimbo come simbolo della rinascita di un popolo), ma in tutta sincerità tutto quello che mi è rimasto è molta tristezza. Soprattutto per quella bambina, uccisa da un uomo che non l’ha mai amata. Non riesco a vedere “oltre” il corpo esanime, caduto in un labirinto di pietre fredde immerse nel bosco. Non riesco a raggiungere il regno della principessa. Quella bambina principessa non lo sarà mai. E così suo fratello. Il capitano chiede che la sua memoria sia tramandata al figlio, ma Mercedes glielo nega prima che sia ucciso. Non vi è futuro senza conoscenza del passato e con questa negazione (il mondo rinnovato che nega il periodo di terrore) si rischia di dimenticare troppo presto il dolore e di poter ricadere nell’orrore del passato. Il bambino ha il diritto di sapere che suo padre ha ucciso sua sorella e sua madre. Non credete?

Ma al di là di queste considerazioni personalissime sul plot riconfermo che “Il labirinto del Fauno” mi è piaciuto anche se come triste favola storica, piuttosto che come fiaba rivoluzionaria e positiva.

Pvada.

23.11.06 § 0


Divertente e anche profondo. Lo spaccato del mondo della moda de "Il diavolo veste Prada", è popolato dai soliti personaggi sterotipati e dalle crudeltà più infida, dai luoghi comuni e dal paradosso, dallo scontro tra la magnificienza degli eventi mondani ed il lavoro degno di Stakanov che sta dietro a sfilate, feste e presentazioni. E anche se l'intreccio sa di già visto (ragazza sfigata diventa super-figa ed è quindi costretta a scegliere tra la sua vecchia lei genuina e la sua nuova artificiosa personalità) il film emoziona e coinvolge.
Vedere Meryl Streep struccata fa il suo effetto, considerando che imho è stata, ed è, una delle attrici più belle e intense di tutti i tempi. La Hathaway è caruccia (anche se preferisco il personaggio della sua collega Emily Blunt) ed ha due occhioni grossi come delle palle da golf! Stanley Tucci, il solito perfetto caratterista.
Divertente, consigliatissimo, da vedere con la propria/o ragazza/o modaiola/o per poi dare il via alle critiche sulle apparenze e sul consumismo o sul fatto che lei/lui compra un paio di scarpe alla settimana.

Scoop..

2.11.06 § 0


Ho trovato splendido Match Point, lontano quanto basta dal solito nevrotico e cervellotico Allen, diverso ed affascinante. Con Scoop ritorniamo indietro, un passo a ritroso con il ritorno sulla scena dello stesso regista, un soggetto sicuramente meno complesso e, mi dispiace dirlo, un mezzo passo falso. Scoop è un filmetto, niente di più. Una storiella davvero poco intrigante, la solita interpretazione nevrotica di Woody Allen, l'intellettuale bellezza di Scarlett Johansson e niente di più. Le mille sfaccettature di Match Point, i demoni che ogni giorno tentano di corrompere la carne splendidamente rappresentati e diretti, svaniscono in una commediola con finale scontato. Che altro dire...un film che non avrebbe mai visto la luce senza un cast e una firma di questo livello...

Silent Hill.

29.10.06 § 0


Non è poi così semplice giudicare "Silent Hill". Gli amanti dell' "Old school Horror", ovvero del
cinema che punta tutto sulla reazione immediata dello spettatore di fronte a scene
particolarmente cruente o impressionanti, potrebbero liquidarlo come un tentativo
decisamente mancato. Silent Hill non fa per niente paura, esattamente come succede
giocando al corrispondente prodotto videoludico. Musiche, effetti sonori e le stesse creature
che accompagnano, Rose, la protagonista, nella sua discesa verso il male, non sono
finalizzate ad un impatto subitaneo bensì si accumulano nello spettatore, depositandosi pian
piano, strato dopo strato fino alla rivelazione finale.
Per quanto sia stato stroncato dalla critica, chi scrive ha apprezzato, anche se con qualche riserva,
il film. La fedeltà alle ambientazioni del videogioco c'è e anche se il plot narrativo è stato modificato
(con la conseguente perdita di alcune sfaccettature molto carine), l'atmosfera rimane intatta, fino
alla fine. E quella scena finale riesce a chiudere il cerchio della solitudine e a separare definitivamente due mondi che non potranno mai più incontrarsi.

Nine Feet Tall

§ 0

La gestazione del mio piccolo corto continua. Dovremmo andare sul set a giorni, tuttavia nell'impazienza mi sono inventato una simpatica locandina...A voi signori.

Ma che diamine..

§ 0

No dai...mi vergogno come un ladro. 29 settembre-29 ottobre? Ma non è possibile...un mese senza aggiornare questo diavolo di blog?
Mi apologizzo con me stesso per questa latitanza, vuoi per impegni lavorativo-universitari, vuoi perchè solo in questi giorni causa pseudo-depressione acuta sto macinando film con ritmi da vero cinefilo.
Tra qualche giorno giriamo NINE FEET TALL (vedi post successivo per indicazioni)...oggi è una splendida giornata d'autunno, sole splendente, foglie rossastre e così via...

29.9.06 § 0

Un pò troppo (ostinatamente) poetico e retorico in certi punti(sembra quasi che la malinconia e la poesia vengano calcate e incastrate con forza senza avere uno spazio reale a loro disposizione). Troppo insistente nelle scelte dei primi piani e delle espressioni degli attori, soprattutto nella seconda parte.
Ma se togliamo questi difettucci (che non è detto siano reali, il sottoscritto potrebbe esserseli inventati di sana pianta) "Tutto è illuminato" rimane un' opera potente e suggestiva. Dalle bellissime musiche "indigene" alla forza degli infiniti paesaggi dove prendono vita le vicende. Spassoso Alex, discreto "Jonfer", il vero protagonista è Sammy Davis Jr. Jr., il cane. Un cane di livello decisamente "superiore".

SuperMan Returns.

§ 0



Come ho sentito dire a Frank Langella in un'intervista per il lancio del film, non importi quanti anni tu abbia o quali siano le tue esperienze di vita.

Quando un eroe torna prepotentemente nella tua vita non puoi fare a meno di concedergli un pezzetto di te stesso.

A tornare è Superman, glorioso e palestrato supereroe dai poteri immensi e allergico alla kryptonite. E' un ritorno in grande stile, che riparte dai vecchi film di Donner degli anni '80 (il filo conduttore sono i titoli iniziali e quell'esplosione decisamente retrò) e che vede Bryan Singer in cabina di regia. Lo stile c'è tutto, i dialoghi da fumetto pure ma la formula funziona alla grande e il buon vecchio Clark Kent fa ancora la sua bella figura. Appassionante, emozionante, ben congegnato, SuperMan Returns è il classico esempio di blockbuster costruito ad hoc per guadagnare dei gran soldi. Ma il cinema è anche questo e quando ci sono le emozioni, tutto è concesso. Bentornato!

4.9.06 § 0

..you have given me your shoulders to stand on to reach for my dream, dreams i could have never reached without you..


Giù il cappello ragazzi...

Angolo "Il video e/o la canzone da recuperare"..

1.9.06 § 0

Loro sono improponibili sotto il profilo estetico però 'sta cover è meravigliosa (un pò come il pezzo originale degli Erasure...) e poi andandolo a ripescare mi accorgo che c'è pure Brittany Murphy.-

http://www.youtube.com/watch?v=hxEENPByw_I

They're just "ugly" but the cover is wonderful (like the original from Erasure). I just discovered Brittany Murphy as the female starring of the video. Enjoy it!

http://www.youtube.com/watch?v=hxEENPByw_I


Other "Forgotten videos or songs" coming soon!

Per non perdersi..

31.8.06 § 0


Mi piacciono questi romanzi, li leggo in pochi giorni. Non nascondo di essere un grande fan del buon Stefano Re e, più in generale, adoro queste storie di mistero ed infanzia perduta (ci sto pure facendo un corto). Qui non è il solito Lansdale spacca stomaco però anche così si dimostra di essere grandi scrittori. Non facciamo i puristi dai...gran libro.

Punto.

§ 0


Filmone...basta togliere l'orribile doppiaggio di "lui" e quel patetico pseudo-monologo finale condito con fantasmi. Per il resto...filmone!

Settembre nero.

18.8.06 § 0

Questo potrebbe diventare un post infinito, ne sono conscio. Perchè i grandi artisti possono sbilanciarsi, anche pesantemente, ma vi è una sorta di codice non scritto da rispettare. O forse no, non vi è nessuna convenzione riguardo al trattare una delle questioni più spinose di tutti i tempi.
Quella guerra infinita tra uomini che sono stati peregrini per il mondo, perseguitati e odiati, e uomini che si sono visti portar via la loro terra in nome della politica e del potere.
Munich è un brutto film prima di tutto sotto il profilo tecnico, e definire brutto un film di Spielberg mi fa contorcere le budella. Lui, il vero burattinaio dell'emozione cinematografica, capace di farti piangere di gioia, di emozione ma anche per lo schifo che ti sparava in faccia alla velocità del suono.
Montaggio deludente, sceneggiatura non così avvincente (sono giudizi soggettivi eh!) ma soprattutto scarso tatto nella gestione del nocciolo duro. Si tenta più volte di sottolineare l'assurdità che regna da entrambe le parti, ma è proprio nella parte finale che Spielberg si arrende e cade nell'assurda retorica scordandosi di migliaia di morti per ricordarne altri. Stop.



Crossing the ocean..

§ 0

Due to my costant will to change, i thought that writing some posts in english could be a fair idea. Expect me to use the Bard's language, my dear 3 readers...