Babele..

19.3.07 § 1


Inarritu porta a conclusione la sua trilogia e chiude il cerchio in quello che è sicuramente il suo film più “universale”. Amores Perros, girato in terra natìa lo ha lanciato, 21 grammi gli ha fatto conquistare gli states e quest’ultimo tassello che già dal titolo rivendica una certa universalità di forma e contenuti, lo consacra definitivamente.
La formula è sempre la stessa, storie e personaggi e destini che si incrociano anche se in Babèl ognuna delle tre unità vive separata (anche a causa della distanza fisica dei luoghi) e si intreccia con le altre solo marginalmente. Ma non è lo spazio il perno fondamentale del film piuttosto, e non poteva essere altrimenti, le difficoltà comunicative, le incomprensioni. Così come nell’episodio biblico della torre di Babele, dove Dio punisce gli uomini che volevano raggiungerlo confondendo le lingue e rendendo impossibile la comunicazione tra loro, i protagonisti di Babel si scontrano con un mondo dove le certezze possono sparire da un momento all’altro, un mondo talvolta troppo duro per essere capito, un mondo talvolta troppo ingiusto. Ma una soluzione c’è e come spesso accade sono le situazioni estreme a ricordarcelo. Solo davanti alla concreta possibilità di perdere quanto di veramente importante possediamo ci accorgiamo della nostra stupidità, dell’egoismo che ci guida quotidianamente. Il lieto fine c’è ma, come d’obbligo per un film dell’accoppiata Arriaga-Inarritu, sono necessari dei sacrifici e non tutti i personaggi escono vincitori.

Babel è bellissimo, poetico, affascinante. Lungo, certo, ma accattivante per tutta la sua durata. Inarritu conferma lo stile che lo ha reso uno dei registi più interessanti sulla piazza, abbandona Sean Penn e Naomi Watts e recluta Brad Pitt (da pelle d’oca la telefonata al figlioletto) e Cate Blanchett (utilizzata un po’ pochino ma sempre eterea), recuperando anche il pupillo Gael Garcia (indubbiamente lanciato da Inarritu stesso).

Non c’è molto da dire o da spiegare riguardo a Babèl. Come nelle altre opere, Inarritu punta direttamente al cuore e al cervello e ogni spettatore può interpretare a suo modo quanto proposto dal regista. Da vedere assolutamente, senza troppi giri di parole. Certo, prima o poi Inarritu dovrà cambiare forma e lì ci sarà la vera prova del nove. Ma con questo stile alla “America Oggi” si è ancora una volta dimostrato in grado di confezionare un prodotto valido ed emozionante.

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§ 1 Response to “Babele..”

  • Anonimo says:

    Sicuramente uno dei migliori film visti nell'ultimo anno. Nam
    http://lacameraobscura.splinder.com