A mio giudizio però, gli autori non si sono dimostrati in grado di catturare appieno "l'idea", l'essenza di quanto hanno creato. Chi scrive, forse sbagliando, forse no, si aspettava innanzitutto tutta un' altra cornice. Una Londra vessata anche (e soprattutto) nella sua immagine da questa sedicente dittatura ma che invece appare paurosamente "normale". Qualche filmato documentaristico nel montato tenta invano di ricreare un' atmosfera di oppressione e di mancanza di libertà ma in realtà lo spettatore non ha la possibilità di calarsi in questa città appartenente ad un futuro da scongiurare assolutamente. Può anche darsi che l' apparente superficialità sia voluta e decisa a tavolino non ci è dato saperlo. Certo è che questo compromesso non pare soddisfacente.
Da V, personaggio controverso, affascinante nell' aspetto, mi aspettavo molto più mistero. Perde parecchio già nelle prime scene, quando si presenta a Eve con un fare quasi arlecchinesco. Incomprensibile, almeno dal punto di vista produttivo, la scelta di affidarne l' interpretazione a Hugo Weaving. Un attore straordinario per un personaggio nascosto dietro ad una maschera ( a parte i pochi minuti nei panni di Rookwood) che non lascia il minimo spazio alla mimica (il mio salumiere, così come chiunque altro, avrebbe potuto fare altrettanto bene). Ma queste sono decisioni che poco interessano allo spettatore.
Lei, ovviamente Natalie Portman, è come al solito meravigliosa. Vista la mia faziosità mi astengo da altri elogi. Gli altri sono quello che sono. Bella l' idea di ripescare John Hurt e fallo passare dall' altra parte della barricata. Infine, i dialoghi si collocano ad un livello decisamente più alto di quelli degli ultimi due Matrix, senza tuttavia far gridare al miracolo.
Significativo come la conseguente reazione.
Appare evidente anche una sorta di inno alla libertà sessuale, in una "forzata" citazione di "
I sentimenti non sembrano mai puri, piuttosto costruiti, finti. E questo è uno delle principali falle nella costruzione di V for Vendetta. C'è poca freschezza, troppa artificiosità.